È stata istituita nel 2010 dalla Assemblea delle Nazioni Unite, in occasione del 21 agosto di ogni anno, la giornata del “World Entrepreneurs Day” e vale a dire la “Giornata Mondiale dell’Imprenditore” a cui noi abbiamo convenuto di aggiungere anche la figura del Professionista in quanto sappiamo perfettamente – rimanendo nel nostro campo composto da Imprese e dai differenti Professionisti d’Impresa – che la crescita strutturale ed autentica di ogni singola attività produttiva passa per la categoria dei diversi Consulenti Aziendali che raggruppa, giusto per elencare le principali professionalità in questione, il Consulente del Lavoro, il Commercialista, il Tributarista, il Consulente di Direzione e di Organizzazione Aziendale, il Consulente Digitale e così discorrendo.
Di conseguenza, noi del sindacato datoriale FederPartiteIva e di EB01 Ente Bilaterale e Organismo Paritetico – Altri Enti e Fondi auguriamo una “Buona Giornata degli Imprenditori e dei Professionisti” a tutti gli Imprenditori e a tutti i Professionisti
perché per noi è indispensabile rievocare ogni anno questo appuntamento in quanto intendiamo celebrare chi ha intenzione di mettersi in proprio e, soprattutto, chi ha fondato un’impresa o uno studio professionale e, dunque, tutti coloro che ogni giorno lavorano senza sosta per creare benessere e occupazione (anche se secondo noi non era il caso di festeggiarla durante le ferie estive)
ed, anche, per il motivo per cui noi ci impegniamo sempre, nel nostro piccolo, a diffondere la cultura imprenditoriale e quella professionale con l’intento permanente di attribuire il giusto riconoscimento sociale al contributo quotidiano che ogni singolo Imprenditore ed ogni singolo Professionista apporta allo sviluppo del nostro Paese e della nostra Nazione.
Come di consueto, riportiamo una estrema sintesi dello studio “MOVIMPRESE” dell’anno 2023 – i cui dati sono stati forniti dal Registro delle Imprese i quali poi sono stati elaborati da UnionCamere e da InfoCamere, entrambe entità delle Camere di Commercio – il quale è incentrato sulle imprese e sui professionisti operanti in Italia:
nel 2023 si è registrato un incremento di 42mila imprese (+0,7%), con un numero stabile di nuove iscrizioni e un aumento delle chiusure (+2,1%). I settori più vivaci sono stati l’edilizia, il turismo e la consulenza aziendale.
L’edilizia, i consulenti aziendali e i Bed & Breakfast hanno visto un aumento, mentre si è verificata una diminuzione nel commercio, nell’agricoltura e nella manifattura.
Secondo il Presidente di UnionCamere, Andrea Prete, l’incremento di 42mila imprese in un anno segnato dall’incertezza è un risultato positivo. La crescita maggiore è stata registrata nei settori previsti, come il turismo, in ripresa dopo la pandemia, e le attività di consulenza aziendale e professionali, scientifiche e tecniche, caratterizzate da capitale umano qualificato che contribuisce significativamente allo sviluppo.
Nonostante l’inflazione, le tensioni geopolitiche e i cambiamenti tecnologici, il saldo 2023 delle imprese italiane è rimasto positivo, anche se non in tutti i settori.
Oltre il 70% delle nuove imprese registrate si concentrano nei tre macro-settori delle costruzioni, del turismo e delle attività professionali.
Tra questi, il comparto delle costruzioni ha registrato la crescita più significativa con 13.541 imprese in più (+1,62%), nonostante l’incertezza legata ai bonus edilizi.
Anche le attività professionali, scientifiche e tecniche hanno visto un aumento di 11mila imprese, grazie soprattutto al boom della consulenza aziendale e amministrativo-gestionale (+6.000 imprese, +8%).
Il settore turistico ha avuto un anno positivo, con 3.380 nuove attività di alloggio (+5,13%) e 3.015 nuovi bar e ristoranti (+0,77%). Anche le attività immobiliari hanno contribuito alla crescita, con un aumento di 5.197 imprese (+1,72%).
In contrasto con questi risultati positivi, i settori più tradizionali hanno continuato a ridurre la loro presenza. Il commercio ha registrato una diminuzione di 8.653 attività (-0,6%), concentrata soprattutto nel commercio al dettaglio, che ha perso quasi 7.700 unità.
L’agricoltura ha visto una riduzione di 7.546 imprese (-1,05%), mentre la manifattura ha perso 2.962 imprese (-0,56%), con l’unica eccezione delle imprese di riparazione, manutenzione e installazione di macchinari, che hanno registrato un aumento (+1.137 unità), insieme a una stabilità nelle industrie di cantieristica navale, aerospaziale e ferroviaria (+56) e delle bevande (+37).
Dal punto di vista geografico, tutte e quattro le aree del Paese hanno visto una crescita imprenditoriale. Il Mezzogiorno ha contribuito con 14.948 nuove imprese, rappresentando oltre un terzo del saldo nazionale, seguito dal Nord-Ovest (+11.210) e dal Centro (+10.626).
Diciassette delle venti regioni italiane hanno registrato un saldo positivo. In termini assoluti, le regioni con la performance migliore sono state la Lombardia (+10.562 imprese), il Lazio (+9.710) e la Campania (+6.351). Il Lazio ha registrato la crescita più elevata in termini relativi (+1,59%), seguito da Lombardia (+1,12%) e Campania (+1,04%).
Per quanto riguarda le forme organizzative, il sistema imprenditoriale si è ulteriormente rafforzato, con un saldo positivo interamente dovuto alla crescita delle società di capitale, che sono aumentate di 57.846 unità (+3,1%), in linea con il 2022.
Al contrario, le imprese individuali hanno subito una lieve flessione anche se rappresentano ancora la metà del totale delle imprese esistenti (50,6%) con una diminuzione di quasi 2 mila unità (-0,1%).
I dati completi dell’indagine sono disponibili sul sito internet www.infocamere.it/movimprese